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L’ Uomo, il Campione, l’Artista, la Superstar

3 ottobre 2021 H.17 Video e talk con Massimiliano Ambesi

In altri sport, Yuzuru Hanyū verrebbe definito un “game-changer”, colui che ha cambiato il corso della storia e ha fatto sì che la sua disciplina evolvesse nel tempo. Una sorta di punto di riferimento imprescindibile per tutti i giovani atleti, che sono cresciuti provando ad emularlo. Non a caso, il giorno del suo ritiro dalle competizioni, bisognerà distinguere tra il pattinaggio prima e durante la carriera di Hanyū e il pattinaggio dopo l’abbandono di Hanyū. Per trovare qualcosa di simile in altri sport, è necessario scomodare figure iconiche come Michael Jordan nella pallacanestro.

Yuzuru Hanyū passerà alla storia come la più alta espressione mai esistita di pattinatore completo, poliedrico, in grado di coniugare l’onnipotenza tecnica con l’eccellenza artistica.

Resto fermamente convinto che alla domanda “cos’è il pattinaggio di figura?” non ci potrebbe mai essere una risposta che non contempli Yuzuru Hanyū, semplicemente un assoluto fuoriclasse e un  patrimonio inestimabile per la disciplina.

Massimiliano Ambesi (Creatori del ghiaccio, ed. Kadokawa, 2020)

Dalla terra della catastrofe al tetto del mondo

Due ori olimpici, nel 2014 e nel 2018. Basta questo dato per indicare la grandezza di  Yuzuru Hanyū. Non che non ci siano stati altri pattinatori capaci di confermarsi campioni olimpici, ma l’ultimo a esserci riuscito era stato Dick Button sessantasei anni prima, nel 1948 e nel 1952. Un’altra epoca e un altro pattinaggio, in un mondo più piccolo di quello attuale.

Se la televisione amplifica la portata di tutto ciò di cui si occupa, quanto fatto da Hanyū è talmente al di fuori dall’ordinario da essere diventato cassa di risonanza per i sentimenti di persone di tutto il mondo, a cui dona sogni, coraggio e speranza, come ha sottolineato il Primo Ministro Abe Shinzō nel momento in cui gli ha conferito il People’s Honor Award, qualche mese dopo il secondo successo olimpico.

A far entrare di diritto Hanyū nella leggenda sarebbero bastati i risultati, i due ori di Sochi e di PyeongChang, qualcosa che ha pochi precedenti, con il successo del 2014 che lo ha fatto diventare il primo pattinatore asiatico capace di conquistare il titolo nella categoria maschile; due ori mondiali, e anche questa è una prima volta per un asiatico, sette medaglie complessive conquistate al Campionato del mondo, cosa che nel dopoguerra ha un solo precedente, quattro ori alle finali di Grand Prix, un primato assoluto che condivide con Evgeni Plushenko, il completamento del Super Slam nel 2020, quando è diventato il primo pattinatore della storia capace di vincere tutte le più importanti competizioni sia a livello junior che a livello senior, e i diciannove record del mondo da lui stabiliti, con la soddisfazione di essere stato il primo a superare i 100 punti nel programma corto, i 200 nel libero e i 300 nel totale.

Successi straordinari, che impallidiscono di fronte al percorso umano di un uomo che è sempre riuscito a superare le avversità, dall’asma che lo affligge da quando era un bambino ai numerosi infortuni che hanno complicato la sua carriera, compresi uno spaventoso scontro avvenuto in pista pochi mesi dopo il primo successo olimpico e un gravissimo infortunio alla caviglia destra poco più di tre mesi prima del secondo trionfo olimpico. E soprattutto il terremoto del Tōhoku, che nel 2011 ha distrutto la sua città e la sua pista, e che lo ha segnato profondamente. La consapevolezza che sarebbe potuto morire a sedici anni, la gratitudine per ciò che ha e il desiderio di aiutare gli altri perché ha vissuto in prima persona la necessità di essere aiutato, non lo avrebbero più abbandonato. Non per nulla al fianco di aiuti concreti a livello economico, alla catastrofe avrebbe dedicato la quasi totalità dei suoi successivi programmi di esibizione, spesso interpretando musiche giapponesi, ma ciò che Hanyū fa non è solo commemorazione. Con lui il Giappone è entrato sui palcoscenici più importanti, quelli olimpici e mondiali, nella sua espressione più pura, quella dell’arte.

Il pattinaggio è uno sport, richiede elementi tecnici precisi, e Hanyū è sempre stato all’avanguardia, costringendo gli altri a superarsi per provare ad avvicinarlo ed eseguendo, primo nella storia, il quadruplo loop e, ma nella sua visione del pattinaggio un programma non è completo se la parte tecnica non si fonde con quella artistica, e di ogni musica che interpreta approfondisce tutte le sfaccettature. E, al fianco di interpretazioni sublimi di pezzi dell’Occidente, ugualmente straordinari che siano brani classici o appartenenti alla cultura popolare, ci sono quelli della sua cultura, che prende vita davanti agli occhi degli spettatori di tutto il mondo e penetra nel loro animo raggiungendo quell’effetto catartico che è proprio solo dei più grandi artisti.

Martina Frammartino https://sportlandiamartina.wordpress.com/2021/09/16/yuzuru-Hanyū-unintroduzione/

 

Un teorico della disciplina sportiva

Non solo Yuzuru Hanyū eccelle, con i pattini ai piedi, nella pratica, ma è anche un autentico esperto, uno studioso, un teorico del pattinaggio. Come lui stesso ha dichiarato, “ L’arte è in gran parte dipendente dal possesso di una corretta tecnica e di solide basi; è su questo che si costruiscono le doti artistiche. “ (28/2/2018 Conferenza Stampa presso il FCCJ:  https://youtu.be/8VlP1Juv-RI?list=LLrWIRLUQbDnfUynyWtKEqzQ )

Con questo punto fermo in mente si è iscritto alla facoltà di Scienze Umane, corso di studi in Informatica Umana e Scienze Cognitive, all’Università Waseda di Tokyo, laureandosi il 20 settembre 2020. Nel corso degli studi si è focalizzato sull’applicazione della Motion Capture Technology al pattinaggio, sia per migliorare la propria tecnica e i propri metodi di lavoro, sia in funzione di un suo potenziale utilizzo a più ampio raggio nella disciplina. I dati acquisiti con tale tecnologia possono infatti essere utili al pattinatore per migliorare la tecnica di salto, agli allenatori che devono insegnare e correggere i propri allievi e a chi è chiamato a giudicare le performance degli atleti in gara.

Per le sue ricerche, Hanyū ha utilizzato una tecnologia di motion capture 3D all’avanguardia, che permette, tramite il posizionamento di una trentina di sensori in diversi punti del corpo, di creare un modello digitale dell’individuo e dei suoi spostamenti nello spazio. Indossando i sensori, ha analizzato i propri salti per comprenderne al meglio la dinamica.

La sua tesi di laurea ha dato forma scritta ai risultati di queste ricerche, con la speranza, da lui stesso espressa, di  favorire lo sviluppo della disciplina fornendo agli atleti strumenti per prepararsi ed allenarsi al meglio e di contribuire ad un più preciso e corretto giudizio nelle competizioni grazie all’utilizzo dell’AI, Intelligenza Artificiale. Se venisse presa in considerazione dalla federazione internazionale, potrebbe veramente costituire una svolta in questo sport.

L’impegno costante per le vittime

C’è un motivo se Sendai ha innalzato un monumento a Yuzuru Hanyū. Non solo egli è due volte Campione Olimpico e orgoglio della città, ma ha anche contribuito abbondantemente all’economia locale, sostenendone la ripresa dopo il sisma e tsunami del 2011. Secondo le stime ufficiali, alla parata tenutasi a Sendai nel 2018 in onore al suo secondo oro olimpico hanno assistito circa 108.000 persone, con notevoli introiti per l’economia locale: 1.140 milioni di Yen (quasi  9 milioni di Euro) per Hotel e vitto in città. Se si considera poi l’effetto indiretto il guadagno può essere calcolato intorno ai 710 milioni di Yen (circa 5 milioni e mezzo di Euro).  Le spese totali sostenute ammontano a 196 milioni di Yen, ampiamente coperte dall’insieme dei ricavi dalla vendita dei gadget (176 milioni di Yen), dalle sponsorizzazioni aziendali (19 milioni di Yen) e dalle donazioni (23 milioni di Yen) con un’eccedenza di 22 milioni di yen devoluti agli impianti e scuole di pattinaggio della prefettura, a sostegno dei giovani atleti.https://www.asahi.com/articles/ASLCZ3V33LCZUNHB009.html

Particolare attenzione è da sempre rivolta da Hanyū all’Ice Rink Sendai, pista dov’è cresciuto e si è formato.  Sono state da lui cedute all’Ice Rink tutte le royalties relative alle sue due autobiografie. Non solo, nel tempo si susseguono con costanza le sue donazioni all’impianto, che ad oggi ammontano a 31.442.143 Yen.https://www.nikkansports.com/sports/news/202103100001155.html

E questi sono solo alcuni esempi di un movimento economico che vede come proprio centro Yuzuru Hanyū e che ha dato origine ad un neologismo:  la “Hanyūeconomy”. L’ultimo esempio in ordine di tempo: il personale dello YuzuruHa Jinja, nei pressi dell’isola di Awajishima, ha chiesto aiuto economico per i necessari trattamenti alla secolare foresta di querce rosse del santuario, attaccata dai parassiti. Tra i tanti che hanno risposto all’appello, la maggioranza erano fan di Hanyū . Le donazioni, di oltre 5 milioni di Yen, sono risultate ampiamente superiori al necessario.https://www.kobe-np.co.jp/news/awaji/202105/0014347578.shtml

Se si tiene conto del fatto che il fuoriclasse giapponese non è presente su nessun social network, che conduce una vita ritirata dalla privacy blindatissima e  che comunica con il pubblico solo in occasione di eventi ufficiali, le cifre sul seguito che ha in tutto il mondo sono imponenti. Un esempio? In Cina  i follower sul network Weibo del canale Yuzuru Hanyū InfoStation sono aumentati esponenzialmente dal 2014 (20.000) alla quota di oltre 1.19 milioni di fan. Segno tangibile del rispetto e dell’amore ispirati dal più grande pattinatore di tutti i tempi certo, ma anche sublime artista ed uomo eccezionale.

Elena Costa, amministratrice dello YUZURU HANYU – Italian FB Fan Group

Nel contesto della Rassegna RESISTERE / RINASCERE

Yuzuru Hanyū è un campione olimpico ancora in attività, e non poteva esserci momento più adatto per illustrare il suo percorso sportivo ed artistico che questo, a cavallo di pochi mesi tra 2 edizioni dei Giochi, Tokyo 2020, e Pechino 2022 –  a cui potrebbe decidere di partecipare. Nell’ambito di una manifestazione che parte dal tema RESISTERE / RINASCERE, a 10 anni della triplice catastrofe che ha colpito tremendamente anche la sua città natale di Sendai, non poteva esserci altra storia a dare prova di quello che si può raggiungere con stoica determinazione, impegno sovrumano, talento inarrivabile.

Il percorso sportivo di Hanyū sarà analizzato da Massimiliano Ambesi, un’assoluta autorità in materia, nell’evento di chiusura della Rassegna; ma verranno toccati anche altri lati inerenti la sua cultura d’origine, un patrimonio a cui egli stesso ha deciso di attingere per diventarne il migliore alfiere. Consci che sarà impossibile in poco tempo esaminare tutti gli aspetti del personaggio  rimaniamo convinti, come già espresso altrove a proposito dell’immenso onnagata Tamasaburō Bandō, protagonista dell’evento di apertura della rassegna, che “la ricerca della perfezione in due discipline performative quali il teatro ed il pattinaggio artistico, esemplifica le risorse artistiche e culturali che un paese ha per rinascere, come singoli e come comunità”. Personaggi che sono leggende viventi, astri luminosi che splenderanno per sempre.

Barbara Waschimps, Direttrice artistica L’Altro Giappone

Direttore editoriale dal 2010 al 2013 del portale Wintersport-news.it e allo stesso tempo editorialista e redattore per la rivista Universo Bianco, Massimiliano Ambesi è attualmente una delle voci internazionali più note della critica sportiva. Dal 2003 è analista, commentatore e opinionista per Eurosport e in queste vesti si è occupato anche delle recenti Olimpiadi di Tokyo. Nel 2020 ha vinto il Microfono d’Oro-Bis, il contest di Sport In Media per eleggere il miglior commentatore tecnico sportivo del panorama video-televisivo.