l'immagine raffigura i 5 cerchi olimpici

Il liveblog della Cerimonia d’apertura – Tokyo 2020

di Barbara Waschimps e Gabriele de Risi

Post redatto al momento della diretta. I testi in grassetto rosso evidenziano i link di approfondimento.

Arriviamo preparati dopo tutte le polemiche e gli scandali che hanno preceduto questa cerimonia ( e anche qui per dare una vaga idea); un po’ interdetti leggendo le dichiarazioni di sobrietà rilasciate alla Reuters da Marco Balich, Senior Advisor dell’evento inaugurale, e già gasati dal doodle ispirato ai videogame storici pubblicato da Google.

Ma francamente, come chiunque altro e mai come per questa edizione, la XXXIIma dei Giochi Olimpici dell’era moderna, non riusciamo ad immaginare cosa avverrà dalle ore 13 italiane nello Stadio nazionale progettato da Kengo Kuma (che inizialmente era stato affidato a Zaha Hadidqui tutta la storia). Il programma originale è stato smantellato a dicembre 2020, insieme a tutta la direzione creativa.  Il nuovo regista incaricato Kentarō Kobayashi è fuori a ventiquattro ore dall’inizio, e la produzione è sulle spalle di Tadayuki Hioki, coadiuvato da Balich. Cosa sta per accadere – e come – ha il sapore di una scommessa con la storia.

Barbara segue la diretta su Eurosport Italia, Gabriele su Youtube (in quanto sembra che la Rai non detenga i diritti per lo streaming 🙁 ). Ci scambiamo anche messaggi via whatsapp – alcuni li leggerete negli incisi in corsivo.

 

H.13 La vita  ricomincia da un seme che germoglia all’ombra di un danzatore. Scena molto lirica, che riporta il pensiero alle zone colpite dalla catastrofe di 10 anni fa, e a quanto avvenuto in tutto il mondo a causa della pandemia.

E si parte con un’animazione di forme geometriche disegnate con il gesso, che gradualmente si trasformano nella silhouette dello Stadio Olimpico. Apprendiamo con ammirazione che lo stop motion ha richiesto 10 giorni di riprese, in cui 400 immagini di oggetti solidi sono stati consecutivamente disegnati e cancellati su una lavagna.

Inizia un countdown –  dal momento in cui Tokyo vince l’assegnazione nel 2013 all’interruzione nel 2020 dovuta alla pandemia. Le luci si spengono. Ad una Tokyo deserta durante il lockdown fa da eco l’immagine del  duomo di Milano. E’ un momento molto toccante per noi italiani…  Qui a L’Altro Giappone sappiamo bene quanto l’Arcipelago sia rimasto impressionato dall’ immane perdita di vite umane del nostro paese, ne abbiamo dato testimonianza durante la primavera 2020 nelle nostre Cronache differite dal Giappone.

A livello emotivo, è già un highlight della cerimonia. 

Ma si “riattacca la spina” e riparte anche il countdown attraverso la presentazione dei vari sport, per arrivare allo 0,  rappresentato di nuovo dalla forma ellittica dello stadio. Prima batteria di fuochi d’artificio.

MOVING FORWARD

 

H. 13.07  Arisa Tsubata, infermiera, peso medio di boxe ed ex paziente covid, corre su un tapis-roulant. Per Tsubata la corsa olimpica si è fermata prima di cominciare, quando l’ultima qualificazione venne annullata a causa della pandemia.  Incarna stasera  la solitudine degli allenamenti, che  è la cifra che ha accomunato tutti gli atleti, in fondo all’animo però uniti da un altro legame invisibile: raggiungere la meta olimpica. 

In un  mondo diventato completamente virtuale vediamo i performer come tanti atomi connessi digitalmente, illuminati dai riflessi dei led colorati. Una trasmissione di dati – ed emozioni. 

DIVISI MA UNITI 

Danzatori con corde elastiche rosse, come i nervi e i  muscoli coinvolti nel lavoro fisico,  sono ciò che si muove nel nostro corpo. La coreografia è di Megumi Nakamura. Ci ricorda l’acclamata installazione di Chiharu Shiota alla biennale di Venezia 2015.

Dopo tanto scoramento, alla fine si ricomincia. Di nuovo la camera è su Arisa Tsubata, che torna ad allenarsi. Nel complesso un quadro molto poetico, al momento non sappiamo se facesse parte del programma 1.0 della Cerimonia.

 

H. 13.15 L’ Imperatore Naruhito fa il suo ingresso accompagnato dal presidente del CIO Bach. Il colloquio tra Naruhito e Bach ha fornito parecchio materiale ai giornalisti nei giorni scorsi.

Al momento il tono della cerimonia è molto armonico e lirico.  Otto bambini scortano lo Hinomaru 日の丸, la bandiera giapponese, portata da grandi atleti delle passate olimpiadi, un rappresentante dei soccorritori ed un artista con disabilità, che lasciano il posto alle Jieitai 自衛隊 (Forze di autodifesa).

La cantante Misia  (Misaki Itō) intona  Kimi ga yo 君が代, l’inno nazionale giapponese (arrangiato da Shirō Sagisu), in un abito bianco di Tomo Koizumi (vincitore del LVMH Prize 2019/2020) dipinto di rainbow con un aerografo.

H.13.20 Segmento in memoriam: momento di raccoglimento nel ricordo di chi non c’è più – riferimento a chi ha perso la vita durante i Giochi, in questo caso Monaco ‘72, e a chi ci ha lasciati in questo anno orribile. Tale è il senso della coreografia interpretata dallo splendido Mirai Moriyama (Underdog di Masaharu Take, Miss Osaka di Daniel Dencik), di cui non si può non ricordare qui la performance Incarnation, in questi mesi disponibile sul canale della NHK World.

Apprendiamo da Reuters: “Le famiglie di 11 vittime della strage di Monaco avevano da tempo chiesto al CIO di mantenere un minuto di silenzio alla cerimonia di apertura dei Giochi, ma fino a questa edizione le richieste erano state respinte.” Il pensiero corre al bellissimo Munich di Steven Spielberg.

IL RITMO DELLA TRADIZIONE

Il quadro successivo è una  danza tradizionale nella quale  artisti non professionisti intonano una Kiyari no uta 木遣り 歌 come avrebbero fatto un tempo i carpentieri, cantando mentre cesellavano e segavano. Cosa sono le Kiyari uta ce lo spiegano i performer stessi, tutti membri della  Edo Firemanship Preservation Association in questa pagina.

5 anelli di legno giganti vengono ora trasportati su una piattaforma, e issati in alto, in una spettacolare acrobazia visiva. Il legno proviene da alberi piantati con i semi portati dagli atleti delle nazioni partecipanti ai Giochi di Tokyo ‘64. Tap dance di Kazunori Kumagai, originario di Sendai, primo asiatico a vincere il prestigioso NY Dance and Performance Award.

   – Soranews ha dichiarato che Cornelius  (Keigo Oyamada) avrebbe dovuto presentarsi alla cerimonia e mangiare le feci in diretta. Avrebbe sicuramente reso epica questa cerimonia. C’è anche un ballerino sulla sedia a rotelle. Cerimonia inclusiva. Sembra che il Giappone voglia correre ai ripari visto l’ondata di critiche sui suoi ex collaboratori.

L’ Olympic Laurel viene ora consegnato, virtualmente, al premio Nobel Muhammad Yunus, padre del social business e del micro-credito.

PRONTI A GIOCARE

 

H13.35  Sportivi e musicisti ‘accordano gli attrezzi’. Nominiamo qui gli autori delle musiche della Cerimonia: Seigen Tokuzawa, Marihiko Hara, Masayuki Kagei e Takashi Yoshimatsu.

E arriva il momento in cui fanno il loro ingresso i veri protagonisti, gli Atleti. Commozione per loro e per noi, nel vedere in uno stadio olimpico praticamente vuoto, tutti questi ragazzi che finalmente iniziano la corsa verso il loro sogno. Confermate per questi Giochi 206 nazioni. Dopo la Grecia è il turno del Team dei Rifugiati, per i quali facciamo già il tifo. 

I cartelli hanno l’aspetto dei balloon di manga. Tutte le musiche sono tratte da colonne sonore di videogiochi famosi della SEGA, Capcom, Square Enix.. Al momento abbiamo riconosciuto Dragon Quest, Final Fantasy, Kingdom Hearts di Yōko Shimomura oltre a Monster Hunter, Ace Combat, Sonic the Hedgehog e altri…   Qualcuno ha tempestivamente compilato una prima lista nel dettaglio. 

E’ altamente probabile che rimarrà l’unica immersione in quella cultura pop che tanto ha alimentato il soft power del paese e che certamente doveva essere un tema molto presente nel vecchio programma, dopo che lo stesso premier Abe  si era travestito da Super Mario alla Cerimonia di chiusura di Rio 2016.

   – L’Italia arriva tra poco in quanto si va per alfabeto giapponese – che però nessuno dei membri della stampa sportiva presente allo stadio conosce, e su Twitter è già panico  🙂

Significativa l’assenza della Corea del Nord che manca per la prima volta dal 1988. 

L’uzbeka Oksana Chusovitina gareggia nella sua ottava Olimpiade per il suo terzo paese. Come ginnasta. Una leggenda.

   – L’highlight è come sempre la presenza di Pita Taufatofua (Tonga), che gareggerà nel taekwondo  <3

   –  C’è anche ARUBA, il nostro provider!!

Il prezioso Massimiliano Ambesi su Eurosport: “La più nutrita partecipazione italiana della storia dei giochi: 371 titolari” . Di cui dovrebbero essere 76 solo per l’Atletica. Scopriamo che esiste la Macedonia del Nord e che sono presenti 12 delegazioni con 2 atleti, il minimo per poter partecipare ai Giochi. Non ce n’è: team Puppo – Ambesi always rulez!

   –  I nostri atleti vestiti Armani: il commento più dolce su twitter riguarda i teletubbies. Jill Biden invece in Ralph Lauren, ed è sempre più comprensibile. 

  • – I twittologi si stanno scagliando contro un commentatore sudcoreano che pare stia sfoggiando un nutritissimo repertorio di stereotipi…magari sono i loro Jackal e nessuno li capisce?  -Passi per la pizza visto come Giorgio ha disegnato il tricolore sulla panza degli atleti, ma questi quando è entrata l’Ucraina hanno mandato in onda una foto di Chernobyl!     -…

 

H.14 Ambesi, e noi con lui, continua a sperare che Yuzuru Hanyū, la leggenda del pattinaggio di figura,  possa essere l’ultimo tedoforo. Le motivazioni le ha espresse ancora poco tempo fa durante una diretta

Ma l’impressione della cerimonia fino ad adesso è che non ci si possa più giocare la carta delle ‘Olimpiadi della ricostruzione’ – e si faccia invece  leva sulla unità globale nella lotta alla pandemia. Hanyū, nativo di Sendai, attivo da sempre a favore delle zone colpite dalla catastrofe di 10 anni fa, potrebbe non essere il prescelto. Noi speriamo almeno in una sua esibizione.

   – Io spero sia Pikachu. Ma la vedo dura!

    – I cittadini americani che non sono ancora crollati durante questa parata, che appare più lenta rispetto alle passate edizioni, finalmente vedono sfilare i loro atleti. Non sappiamo che cosa si sia potuta inventare la Nbc per intrattenerli finora ma sembra che tra i commentatori ci sia Uma Thurman, quindi tutto dipende da che vestito indossa 🙂

H.15.35  Finalmente entra il Giappone e  la sfilata ha termine. Il gigantesco Rui Hachimura (basket) e Yui Sasaki (lotta libera) sono i portabandiera del Sol Levante.

H.15.45  FASTER HIGHER STRONGER (citius, altius, fortius ) + TOGETHER, il nuovo motto olimpico di queste edizioni.  Doverosa celebrazione di un’icona dello sport: AGNES KELETI, atleta ungherese sopravvissuta all’Olocausto e israeliana di adozione; la più anziana olimpionica vivente che a gennaio di quest’anno ha festeggiato 100 anni

UNITA’ NELLA DIVERSITA’ 

   – si ripete un siparietto comico di cui non si capisce il nesso con le sezioni che vorrebbe collegare, che ha l’impronta di Kentarō Kobayashi. Evidente al momento è che nel tempo più mani hanno ‘firmato’ questa cerimonia.

H.16 Ora 45 scatole vanno a comporre il logo olimpico (disegnato dall’artista Asao Tokolo, specializzato nella creazione di motivi grafici), citazione di un pattern tradizionale del periodo Edo, chiamato ichimatsu moyō 市松模様, e che si ispira al motto “Uniti nella diversità”. Lo stesso motivo lo ritroviamo nelle due mascotte olimpiche Miraitowa e Someity. Ricordiamo che nei confronti del primo logo venne sporta accusa di plagio .

La cerimonia continua, droni in cielo e uomini sulla terra a formare la bandiera olimpica. I 1824 droni sono programmati da Intel, se non salta di nuovo il wi-fi dello stadio. Altro highlight dell’evento. 

 

Momento Imagine, immancabile. E’ la 5a Olimpiade in cui viene eseguita.  Sempre emozionante quando a cantarla sono dei bambini. Appare sulla pagina Facebook di John Lennon rilanciata da Yoko Ono il testo del CIO: “ the Suginami children’s choir, representing Asia, passed the baton on the artists from Africa (Angelique Kidjo), Europe (Alejandro Sanz), the Americas (John Legend) and Oceania (Keith Urban), all of whom joined remotely (…)”. L’arrangiamento è di Hans Zimmer.

Edit: Purtroppo non viene inquadrata dalle telecamere la parte in cui i droni formano in aria  le parole di Imagine. (Marco Balich)

Come da protocollo a questo punto abbiamo i discorsi di Seiko Hashimoto, presidente del Comitato Organizzatore e di Thomas Bach, presidente del CIO  (entrambi olimpionici), i quali ribadiscono il senso di quanto visto sinora: unità e solidarietà. Hashimoto visibilmente commossa. Bach chiude rivolgendosi in giapponese all’Imperatore.

H.16.15 L’Imperatore (presente senza l’ Illustre Consorte ) se la spiccia veloce e  annuncia l’apertura dei Giochi  secondo la formula di rito, ma evitando volutamente il termine ‘celebrare’ (oiwai お祝い)  obbligatorio secondo la Carta Olimpica, e sceglie le parole onorare ( kinen 記念) Olimpia”.

   – Suga non ci sente  -Suga non ci vede neanche, pare  – Suga alla fine si alza, ma l’Imperatore ha praticamente già finito. – Suga non dormirà nelle prossime notti! 😛

Fa il suo ingresso nello stadio la  Bandiera Olimpica portata da 6 atleti, uno per continente (la nostra Paola Egonu per l’Europa) più un atleta della squadra dei rifugiati.  Cori delle scuole di Fukushima e Tokyo per l’Inno Olimpico, composto da Spyridon Samaras sulle liriche di Kostis Palamas per i primi Giochi dell’era moderna nel 1896.

 – A seguire è Wings to Fly’ cantata dalla scozzese Susan Boyle, la cui performance al Britain’s Got Talent del 2009 fece il giro del mondo. E volano le colombe. Di carta – e non sono origami, una volta per tutte! 🙂

 

UN’IMMAGINE VALE PIU’ DI MILLE PAROLE

Di nuovo ritorna questa eccentrica troupe che a senso doveva essere destinata a segmenti comici più estesi. Balza all’occhio come manchi un flow tra le varie sezioni dello spettacolo, c’è molta incongruenza tra le parti, segno che il grosso della concezione generale è saltata e che forse  doverosamente i fondi rimasti a disposizione sono andati a garantire altre priorità, in quanto anche l’eliminazione del direttore all’ultimo istante non giustifica questo affastellamento senza uno stile preciso.

I pittogrammi delle discipline olimpiche disegnati in origine per Tokyo 64 si animano, e  si delinea subito come la sezione live meglio costruita di questa cerimonia: HIRO-PON  (del pluripremiato gruppo comico Gamarjobat) e i suoi assistenti vestiti di blu e bianco, con caschi rotondi e guanti, hanno eseguito in rapida successione tutti i pittogrammi del graphic designer Masaaki Hiromura per le 50 discipline dei 41 sport presenti quest’anno. Secondo quanto riferito, lo sviluppo grafico di tutte le discipline ha richiesto due anni. 

 

H. 16.30 QUI TOKYO. Un finto ingegnere illumina le varie sedi olimpiche da una sala di controllo TV, tutte splendidamente coreografate, ‘sorvegliato’ da Shizuka Arakawa, oro a Torino 2006 nel pattinaggio artistico femminile.

Il video termina e ai piedi del monte Fuji fa la sua comparsa  il grande Ebizō Ichikawa XI nel ruolo di Gongoro Kamakura (con il suo tipico costume in stile aragoto 荒事) dalla celeberrima opera Kabuki  Shibaraku  del 1697. Dall’altro lato del palco la fenomenale pianista jazz Hiromi Uehara costruisce il  tappeto sonoro con la sua elettrizzante  “Spectrum“. Il risultato della commistione è purtroppo stridente e manca di fusione, e  fa rimpiangere tutte le possibili declinazioni delle  arti performative, di cui i giapponesi sono giustamente orgogliosi, che si sarebbero potute ammirare durante questa cerimonia olimpica.

H.16.38  Siamo pronti per il momento più emozionante. Al suono del Bolero entra la Fiaccola, disegnata dal celebre Tokujin Yoshioka, che durante la pandemia del 2020 è stata custodita dalla prefettura di Miyagi. La fiamma è alimentata ad idrogeno. 

I TEDOFORI

Saori Yoshida triplice medaglia d’oro nel wrestling 2004, 2008 e 2012 – insieme a Tadahiro Nomura, judoka. Pura commozione all’apparire di 3 assolute icone del baseball:  Hideki Matsui (Yomiuri Giants / NY Yankees),  Shigeo Nagashima e  Sadaharu Oh  – e il Giappone celebra così anche il suo sport più seguito.

La torcia passa nelle mani del medico Hiroki Ohashi e di un’infermiera, Junko Kitagawa, che si inginocchiano per consegnarla ad una leggenda delle paralimpiadi: Wakako Tsuchida, 7 edizioni dei Giochi, prima invernali e poi estive. Attraversa il centro dello stadio dirigendosi verso il braciere. Le fila dei performer si aprono in due ali e 6 studenti elementari di Iwate, Miyagi, Fukushima, si inginocchiano a loro volta per ricevere la fiaccola. La innalzano a turno, e comincia l’ultimo passaggio. Ci siamo.

Nel frattempo ci  siamo informati sulla storia del braciere: è stato disegnato da Oki Sato dello studio Nendo (dettagli nella loro pagina). E’ alimentato da idrogeno fornito da una fabbrica di Fukushima. 

Ed è Naomi Ōsaka che raccoglie la torcia e che ora è ai piedi del braciere. 

I due lati del monte Fuji  si aprono nel buio dello stadio ed appare una scala illuminata (della miriade di citazioni iconografiche possibili in questo momento, la prima in mente è la scena di Parsifal ai piedi del Graal in Excalibur di Boorman..).  Sulla sommità una sfera (il sole) sboccia con grazia in un fiore  bellissimo (i cui petali sono di alluminio, realizzati a mano da artigiani specializzati), mentre i performer agitano dei girasoli, elemento che rappresenta l’estate, e che fioriscono proprio tra la fine di luglio e la fine di agosto.

I girasoli sono anche inseriti nel bouquet dei futuri medagliati e  provengono dalla prefettura di Miyagi: i genitori degli studenti periti durante lo tsunami hanno piantato i semi nel luogo dove i loro figli si erano rifugiati. Dei bouquet fanno parte inoltre fiori delle prefetture di Fukushima e Iwate. Questo aspetto e la presenza degli studenti come tedofori sembrano elementi rimasti dal programma originale di Mansai Nomura. Va rimarcato che lo stesso braciere è stato disegnato partendo dal concetto espresso da Nomura: “All gather under the Sun, all are equal, and all receive energy”.

   –  E’ Naomi il simbolo del nuovo Giappone?

Max Ambesi  la descrive come “ultima tedofora universale”  e ci informa  che “non si ricordano tennisti come ultimi tedofori”.  Twitter si scatena e per alcuni sembra  una scelta ‘dovuta’, un occhio al fatto che è donna, di colore, e haitiana per metà –  e nessuna fiducia che il fatto in sè possa ispirare  un reale cambiamento sociale all’interno del suo paese d’origine. Rimane che il Giappone l’abbia scelta, e dovrebbe prendersi la responsabilità di quello che significa.

 

Nel frattempo Yuzuru Hanyū è già stato coronato come il ‘grande assente’ della Cerimonia dal pubblico cinese: sul network Weibo circola un trend topic dedicato che raggiunge i 160 milioni di visualizzazioni. Ma a suo modo, l’eroe di Sendai sarà dappertutto in questa edizione dei Giochi estivi: infatti l’artista che ha disegnato le medaglie olimpiche Junichi Kawanishi si è ispirato, nel rapporto luce/ombra che regola la superficie del recto, alla convinzione che le difficoltà e gli ostacoli rendano ancora più luminose le vittorie e i momenti di gloria –  incarnata secondo lui da Hanyū. Il verso della medaglia riporta come da Carta olimpica la Vittoria Alata.

H.17 Mentre i fuochi d’artificio chiudono la Cerimonia, le proteste al di fuori dello stadio continuate per tutto il tempo si sentono anche attraverso il fragore degli scoppi. Piovono tweet da parte di tutti giornalisti inviati. 

E’ finita, noi ci fermiamo. Il Telegraph titola: “Olympic Opening ceremony was bizarre and beautiful, but also desperately sad”

CITIUS, ALTIUS. FORTIUS – TOGETHER  a tutti!

Edit: il racconto di Antonio Moscatello su askanews

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