Fotografie di KŌZŌ OGAWA
Mostra dell’ Istituto Giapponese di Cultura in Roma presentata nell’ambito del Festival “L’Altro Giappone al MANN 2021”
BOSATSU-HANKA Tempio Chuguji
BASARA-TAISHO Tempio Shin Yakushiji
“Terra di Yamato” è il nome con cui è stata chiamata la città di Nara fino al XIX secolo.
Un’aspra zona montuosa ricopre tutta la parte meridionale, mentre quella settentrionale è costituita da un ampio bacino circondato da alture non troppo elevate, chiamato “Pianura di Yamato”. Tale pianura si estende per circa venticinque chilometri ed è una zona particolarmente fertile, sfruttata per la coltivazione del riso.
Nella seconda metà del III secolo vi si insediò la corte imperiale Yamato, antenata dell’odierna famiglia imperiale, e da quel momento per circa 500 anni, fino alla seconda metà dell’VIII secolo, le varie capitali del Paese che si susseguirono si concentrarono in questa zona e il nome “Yamato” divenne così sinonimo di “Giappone”.
Il buddhismo, passando per la penisola coreana, fu introdotto in Giappone verso la metà del VI secolo, sotto la corte imperiale Yamato. In principio la nuova dottrina entrò in contrasto con l’antica fede politeista giapponese ma in poco tempo, con la graduale penetrazione del buddhismo nella cultura locale, le due religioni furono in grado di coesistere fondendosi armoniosamente e sviluppando un culto buddhista unico ed originale.
Appena introdotto il buddhismo, la capitale del Giappone si trovava nel tratto sud-orientale della pianura di Yamato, nella zona denominata Asuka. Qui vennero eretti uno dopo l’altro numerosi templi, ad opera della famiglia reale e di altre famiglie influenti. Successivamente, agli inizi dell’VIII secolo, nella zona di Nara situata a nord della pianura, venne edificata la capitale Heijōkyō, sul modello della capitale dell’impero cinese, e un gran numero di magnifici templi più grandi vennero costruiti intorno alla città, maestosamente arricchiti con statue raffiguranti Buddha, che custodivano la devozione dei fedeli. L’imperatore Shōmu, in nome di un regno illuminato, fece erigere una tra le costruzioni più imponenti, il tempio Tōdaiji, con al centro la gigantesca statua Rushanabutsu, alta 15 metri e realizzata in rame placcato d’oro.
Nel IX secolo, quando la capitale venne trasferita a Heiankyō (l’antica Kyoto), gli antichi templi della pianura di Yamato attraversarono diverse fasi di ricostruzione, a causa di periodici cataclismi devastanti. Sebbene fossero ormai in decadenza, l’immagine del loro passato splendore rimase sempre fortemente radicata in questa zona.
Le magnifiche statue che hanno simboleggiato il Giappone in special modo tra il VII e l’VIII secolo, tutte concentrate nella regione relativamente piccola denominata Yamato, ancora oggi rappresentano un tesoro unico al mondo.
Le immagini di Buddha, figura ideale e modello esemplare nell’epoca in cui furono costruite, possono essere considerate una sorta di macchina del tempo dell’animo umano, capaci di trasportare fino a noi le preghiere e i desideri degli uomini di tanto tempo fa.
Le fotografie esposte in questa mostra, raffiguranti i Buddha della zona di Yamato realizzati tra il VII e il XIII secolo, ci rivelano le radici nascoste e segrete dell’anima del popolo giapponese.
“Studiando l’arte giapponese e l’arte occidentale ho riscontrato che i punti di vista dei giapponesi e degli europei sono completamente diversi. Gli europei vedono l’oggetto concretamente e in modo realistico mentre i giapponesi vedono lo stesso oggetto in una maniera astratta e simbolica.”
“Le statue buddhiste di Gandhara in India, lì dove l’arte buddhista è nata, erano influenzate dalla scultura greca. Man mano che il buddhismo avanzava verso Est, sulla via della seta, queste statue evolvevano da una forma realistica verso una sempre più astratta. Nara si trova al termine della via della seta e le sue statue buddhiste mettono in evidenza l’arte della linea. Io vorrei farvi comprendere queste differenze culturali e iniziarvi alla bellezza della linea. “
“Il difficile non è fotografare una statua buddhista, ma captare la sua anima. La statua buddhista è rimasta tale e quale a com’era quando è stata costruita. Mi piacerebbe dunque ripercorrere il suo passato e mostrarvi la sua anima.” Kōzō OGAWA
La città di Nara, culla della civiltà giapponese
I giapponesi di un tempo, che studiavano con entusiasmo tutto quello che proveniva dalla Cina e dalla Corea, nel 710 stabilirono la capitale a Nara e formarono un sistema politico. La città rimase capitale del Giappone fino al 794.
La città di Nara raggruppava il palazzo dell’Imperatore, centro delle attività politiche e amministrative, e un certo numero di templi, fatti costruire dal governo.
L’Imperatore Shōmu (701-756) decise di far costruire il tempio Tōdaiji, per porre al suo interno la più grande statua di Buddha del Giappone (14,98 metri d’altezza).
Quando la capitale fu trasferita a Kyōto gran parte del territorio di Nara fu destinato alle coltivazioni del riso, tuttavia i templi furono lasciati tali e quali e Nara cominciò una nuova fase della sua storia, in quanto “città dei templi”.
I templi Kōfukuji e Tōdaiji continuarono ad avere un grande potenza. Molte persone vi lavoravano e intorno ad essi nacquero delle borgate, che ampliarono l’antica città.
Entrambi gli edifici, distrutti dal fuoco a più riprese nel corso della storia, furono ogni volta ricostruiti e Nara prosperò rapidamente come luogo turistico di richiamo.
In Giappone nessun’altra città risalente a quell’epoca è sopravvissuta tanto a lungo.
L’arte e le statue buddhiste
L’antica Nara è la città emblema dell’arte buddhista. Numerosi artisti vi hanno realizzato alcuni fra i più grandi capolavori di quest’arte, in particolare nella scultura.
Nell’epoca di Nara, che abbraccia quasi tutto l’VIII secolo, la scultura attraversò tre periodi differenti, segnati da stili diversi: gli anni della formazione (inizio del secolo), l’età classica o età dell’oro (verso la metà del secolo) e la nuova era (seconda metà del secolo).
Gli anni della formazione sono segnati dal completamento delle sculture del tempio Hōryūji, mentre il secondo periodo è contraddistinto dalla fusione della gigantesca scultura del Tōdaiji, il Grande Buddha, iniziata nel 747.
L’ultima fase corrisponde alla venuta dalla Cina, nel 753, del monaco Ganjin, che nel 759 fondò il tempio Tōshōdaiji introducendo dei nuovi contesti filosofici e un nuovo stile di scultura religiosa. La decorazione interna di questo tempio segnò una svolta decisiva nell’arte statuaria giapponese, anche se la grande epoca della lacca secca cava era ormai finita, caduta in disuso per ragioni tecniche e finanziarie e ormai riservata solo a opere di altissimo livello. Nell’epoca successiva si incrementò la realizzazione di sculture fatte interamente di legno.
I templi di Nara
Hōryūji
Il tempio Hōryūji è uno dei più importanti luoghi di culto del Giappone, nonché il più antico del Paese. Fondato nel 607 dal Principe Shōtoku Taishi, è costituito da una quarantina di edifici e si dice sia la più antica struttura in legno del mondo.
Chūgūji
Non lontano dal tempio Hōryūji si trova il tempio Chūgūji, che racchiude la celebre statua di Miroku Bosatsu. Il principe Shōtoku Taishi lo fece costruire per sua madre, l’imperatrice Hashihito.
Hōrinji
La sua costruzione venne ordinata dal figlio del principe Shōtoku Taishi. La sua pagoda è, con quelle di Hōryūji e Hōkiji, una delle “tre pagode di Ikaruga”.
Yakushiji
L’Imperatore Shōmu lo fece costruire quando la sua sposa, la futura imperatrice Jitō, si ammalò gravemente. Moderno tempio a due pagode, è dedicato al Buddha della medicina, Yakushi Nyorai, e fu completato nel 698 sotto il regno dell’Imperatore Monmu.
Tōdaiji
L’Imperatore Shōmu decise di edificare un grande monastero, sotto la tutela del quale porre tutti i templi di Stato. In previsione di ciò, nel 742 istituì un ufficio di copisti di sutra, dove i calligrafi ricopiavano i testi sacri indispensabili al futuro tempio. L’anno seguente ordinò la realizzazione di una statua colossale del Buddha supremo, alta più di 14 metri e realizzata in bronzo coperto di lamine d’oro. Nel 746 si tenne la prima cerimonia del monaco Rōben nel maggiore edificio del tempio. A partire dal 747 il metallo destinato alla scultura del Grande Buddha cominciò ad essere fuso, finché nel 749 la statua fu completata. Nello stesso anno ebbero inizio i lavori della sala che avrebbe contenuto il Grande Buddha e bisognò attendere tre anni affinché fosse ultimata. La costruzione del Tōdaiji tuttavia proseguì fino alla fine dell’epoca Nara.
Kōfukuji
Il tempio Kōfukuji fu edificato nel 710, come tempio privato della famiglia di Fujiwara no Fuhito. Vi sono esposte un gran numero di statue buddhiste di grande valore ed è là che si trova la testa detta del Buddha di Yamadadera, in bronzo. Il muro di cinta del tempio racchiude una pagoda a cinque piani che si riflette nelle acque dello stagno Sarusawa.
Tōshōdaiji
Il Tōshōdaiji fu fondato dal monaco cinese Ganjin nel 759 sul luogo dell’antica residenza del Principe Nitabe. Era un tempio privato e non poteva, di conseguenza, avere l’altezza di un tempio di Stato. La sala di lettura del Tōshōdaiji, offerta in dono al tempio, era in origine una sala per assemblee del palazzo imperiale.
Akishinodera
Fondato nel 780 dal monaco Zenshu Sōjō, il tempio Akishinodera racchiude un insieme di quattro statue, tradizionalmente identificate come Bon Ten, Gigei Ten, Taishaku Ten e Gudatsu Bosatsu. Il volto elegante ed effeminato di Gigei Ten contrasta con i tratti più duri di Bon Ten. Le quattro figure sono hanno i capelli raccolti a forma di palma, caratteristica dello stile moderno.
Shōrinji
Il tempio Shōrinji fu fondato nel 712 dalla famiglia Fujiwara.
Murōji
Fondato alla fine dell’VIII secolo o all’inizio del IX da Kenkei, un monaco del Kōfukuji, Murōji è un esempio rappresentativo delle nuove tendenze dell’architettura di montagna, specifica dei templi esoterici.
Taimadera
Il Taimadera è il solo tempio a possedere ancora due pagode, com’era frequente trovare nei templi di questo periodo. I primi esempi della scultura in lacca secca e argilla sono conservati qui. Il Buddha Miroku, seduto al centro della sala d’oro, è la più antica scultura in lacca secca ancora intatta ed è stata realizzata tra il 680 e il 684, sotto il regno dell’Imperatore Tenmu.
Saidaiji
Come l’Imperatore Shōmu aveva segnato il suo regno con la costruzione del Tōdaiji o “Grande Tempio Orientale”, anche l’imperatrice Shōtoku volle fare lo stesso, sostenendo il progetto elaborato dal suo favorito, il monaco Dōkyō, intenzionato ad erigere un monastero equivalente al Tōdaiji nella parte occidentale della capitale. Così nacque il Saidaiji o “Grande Tempio Occidentale”, la cui costruzione iniziò nel 764.
Enjōji
Il tempio Enjōji fu fondato nel 756.
Abemonjuin
Il tempio Abemonjuin apparteneva alla famiglia del samurai Abe. E’ dedicato a Monju, il Bosatsu dell’intelligenza.
Shin Yakushiji
All’inizio del IX secolo il culto di Yakushi Nyorai si diffuse e vennero realizzate numerose sculture raffiguranti questo Buddha della medicina. Si colloca tra queste lo Yakushi Nyorai seduto dello Shin Yakushiji, installato su una pedana circolare al centro della sala principale del tempio. E’ uno dei primi esempi del rinnovamento della scultura che avvenne durante il periodo di transizione tra l’epoca Nara e l’epoca Heian.
BIOGRAFIA DI KŌZO OGAWA
Kōzō Ogawa, pioniere della fotografia di manufatti antichi, nasce a Nara nel 1928 ed è specializzato nel ritrarre statue di Buddha. Studia arte giapponese ed occidentale ad Osaka, presso l’Istituto di ricerca comunale di belle arti, e nel 1950 eredita da suo padre la gestione del negozio “Asukaen”, specializzato in pubblicazioni d’arte e fotografie di beni culturali. Da quel momento comincia a dedicarsi anche alla fotografia, facendo ricerche sulla storia antica e soprattutto sull’epoca Yamato.
Attualmente è a capo della società Asukaen, continua la sua attività di fotografo e storico dell’antichità, è direttore dell’Accademia Pan Pacific e professore nei centri culturali Mainichi e Asahi. Al suo attivo ha decine di pubblicazioni di raccolte fotografiche, quasi tutte riguardanti Nara, l’epoca Yamato e le rappresentazioni di Buddha. E’ uno dei pochi fotografi al mondo autorizzati ad entrare all’interno dei templi della città di Nara.