simbolo lgbtq+ in Giappone

di Christian Tozzi

La recente sentenza dell’Alta Corte di Sapporo, nel nord del Giappone, che dichiara incostituzionale il divieto del matrimonio tra persone dello stesso sesso, rappresenta un importante passo avanti nella lotta per i diritti civili nel paese. Questa decisione, in cui si sottolinea il fatto che negare il matrimonio tra persone dello stesso genere viola il diritto fondamentale ad avere una famiglia, potrebbe segnare l’inizio di un cambiamento storico nel panorama giuridico e sociale del Giappone.

La corte ha sollecitato il governo ad agire prontamente per affrontare la carenza di una legge che regoli le unioni tra persone dello stesso sesso. È importante però notare che la sentenza non ha il potere di cambiare autonomamente la legge sul matrimonio attualmente in vigore. Pertanto, fino a quando non sarà approvata una nuova normativa che riconosca altre forme di unione, gli uffici governativi potranno continuare a negare il riconoscimento.

È la prima volta che un tribunale d’appello in Giappone statuisce l’incostituzionalità della mancanza di riconoscimento legale del matrimonio tra persone dello stesso genere e la decisione conferma una sentenza del 2021 del Tribunale di Distretto di Sapporo.

Durante il procedimento, i querelanti hanno sostenuto che c’è un evidente vizio nella logica della legge civile. In risposta, il governo ha argomentato che l’articolo 24 della Costituzione stabilisce che “il matrimonio si basa sul consenso reciproco delle parti di entrambi i sessi”, e quindi non include il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Tuttavia, il presidente dell’Alta Corte Kiyofumi Saito ha dichiarato nella sentenza che l’articolo 24 può garantire anche il matrimonio tra individui dello stesso genere. Ha inoltre evidenziato come a tali coppie siano attualmente negate le protezioni legali e i benefici che il matrimonio offre. “Non permettere alle coppie omosessuali di sposarsi non ha alcuna ragionevole motivazione”, ha affermato, descrivendo l’interpretazione ufficiale come discriminatoria e in violazione dello spirito costituzionale.

La sentenza è stata simile a quella del 2021, ma è stata formulata in modo più deciso sottolineando che “una grande parte del pubblico accetta il matrimonio tra persone dello stesso sesso” e ha messo in risalto l’importanza di accettare tali cambiamenti nella società. “Questa è fondamentalmente una questione di dignità,” ribadisce la sentenza. “Si spera che sarà trattata come una questione urgente e che si avranno discussioni serie e azioni quanto prima possibile.”

Secondo quanto riportato dal servizio pubblico radiotelevisivo giapponese NHK, Masayuki Tanamura, professore alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Waseda e esperto in questioni di uguaglianza sessuale, ha dichiarato che la sentenza è significativa in quanto chiarisce che l’essenza del matrimonio non sta nell’unione tra coppie dello stesso sesso o di sesso opposto, ma nel garantire il sostegno reciproco tra le persone. Quasi 400 enti locali in Giappone hanno introdotto certificati di partenariato le unioni civili. Ma la sentenza di Sapporo chiarisce che la discriminazione affrontata dalle comunità LGBTQ+ non sarà cancellata senza consentire loro di entrare nel quadro della normativa matrimoniale.

Negli ultimi anni sono state emesse un totale di sette sentenze sul matrimonio tra persone omosessuali, in cause intentate da coppie in diverse parti del Giappone. Altre cause sono in attesa di giudizio a Tokyo, Nagoya, Osaka e Fukuoka.