Rafael Grossi visita la centrale di Fukushima Daiichi

di Elvira Rocco

La Tokyo Electric Power Company (TEPCO), società proprietaria della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, ha recentemente rilasciato un comunicato di scuse dopo la scoperta di una perdita di acqua non trattata contenente materiali radioattivi. L’incidente dell’8 febbraio scorso ha causato la fuoriuscita di circa 5,5 tonnellate di acqua contaminata, che hanno formato una pozza accanto al sito della centrale nucleare, come riportato dal servizio radiotelevisivo giapponese NHK. Secondo la Fukushima Central Television, l’acqua contaminata conteneva circa 22 miliardi di becquerel di sostanze radioattive, che emettono raggi gamma, come il cesio-137, di gran lunga superiori al limite legale nazionale di 100 milioni di becquerel. La perdita è stata individuata durante un’ispezione da parte dei lavoratori, che hanno notato il problema e hanno immediatamente fatto una segnalazione all’azienda.

Come riporta l’AIEA (Agenzia internazionale per l’energia atomica), la TEPCO ha condotto una valutazione e ha confermato che il liquido è una miscela di acqua contaminata proveniente dal sistema di assorbimento e acqua filtrata utilizzata per la pulizia. Secondo l’ente, si potrebbe esser prodotta una lieve contaminazione del terreno che circonda la torre di assorbimento e sono state adottate misure precauzionali, limitando l’accesso all’area e raccogliendo il terreno per l’analisi. In seguito, la compagnia ha confermato che non vi sono state fluttuazioni significative nelle misurazioni delle radiazioni registrate nel sito e l’incidente non ha prodotto alcun rischio per il pubblico e impatto ambientale.

Il 24 agosto 2023 il Giappone ha avviato la delicata operazione dello scarico dell’acqua radioattiva trattata dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, nell’oceano. Questo passo è parte integrante del processo di dismissione della centrale, danneggiata dal terremoto e dallo tsunami che hanno colpito la costa nord-orientale del Giappone nel 2011.

La centrale nucleare di Fukushima Daiichi ha subito la fusione del combustibile nel nucleo dei reattori e la contaminazione dell’ambiente circostante. L’acqua radioattiva accumulata nella centrale è stata trattata attraverso un sistema avanzato di purificazione liquida, che ha rimosso la maggior parte dei radionuclidi, ad eccezione del trizio. Questa acqua, conservata in serbatoi, è ora destinata al mare. L’operazione di scarico, come afferma la TEPCO, durerà circa 30 anni o più.

La decisione di smaltire questi liquidi ha suscitato preoccupazioni tra le comunità di pescatori locali e i paesi vicini, nonostante il rapporto finale di luglio 2023 dichiari che “la Task Force è consapevole della complessità del comportamento delle sostanze radioattive nell’ambiente, ritiene che siano stati rispettati i requisiti delle norme internazionali sulla protezione dell’ambiente e che l’esposizione alle radiazioni del biota attribuibile allo scarico, non sarà una considerazione degna di nota nel raggiungimento di questi obiettivi. La Task Force sottolinea inoltre il proprio consenso con il consenso internazionale, espresso nelle raccomandazioni dell’ICRP, secondo cui gli standard di controllo degli scarichi (esposizioni pianificate) necessari per proteggere la popolazione, che vengono applicati integralmente agli scarichi, garantirebbero in generale che altre specie non vengano messe a rischio”.

L’AIEA ha confermato che il Giappone sta agendo in conformità con gli standard di sicurezza internazionali. Il direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi, ha visitato Fukushima e ha dichiarato che il rilascio delle acque trattate è sicuro per le persone e per l’ambiente. Nonostante queste rassicurazioni, la Cina ha sospeso le importazioni di tutti i prodotti ittici dal Giappone, definendo il rilascio dell’acqua “un atto estremamente egoista e irresponsabile”. Hong Kong ha imposto restrizioni sulle importazioni di prodotti ittici da Tokyo e da nove prefetture giapponesi, compresa Fukushima.

La questione solleva interrogativi cruciali: quanto è accettabile il rischio ambientale? Come bilanciare la sicurezza nucleare con la reputazione dei prodotti locali e la salute delle persone? Una cosa è certa: Fukushima ci ricorda che le conseguenze di un disastro nucleare si estendono ben oltre i confini nazionali. La comunità internazionale deve collaborare per affrontare questa sfida globale.