Nel teatro Kabuki i ruoli delle donne sono tradizionalmente interpretati da uomini. L’uomo che interpreta il ruolo della donna, l’Onnagata, non imita la donna, come in Occidente, ma cerca di coglierne il significato. Non ha bisogno di restare fedele al suo modello, ma attinge molto di più dalla propria identità.
Tamasaburō Bandō V, uno degli ultimi grandi interpreti del teatro kabuki, grazie allo splendido lavoro del regista svizzero Daniel Schmid, riproposto in esclusiva da L’ALTRO GIAPPONE come evento inaugurale della Rassegna 2021 al MANN, in collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma, ci apre le porte del suo mondo e ci mostra la magia di un’arte che ogni giorno di più rischia di scomparire. Il film si articola in quattro atti:
un preludio è composto di estratti da alcuni drammi classici: “Sagimusume” (la ragazza airone); la danza del serpente ubriaco in “Orochi”; “Seki no To”, in cui Bandō è lo spirito femminile di un albero di ciliegio. Segue una sezione documentaria, ” Tamasaburō Bandō e i suoi idoli”: Haruko Sugimura, attrice che ha lavorato con Ozu e Naruse durante la fioritura del cinema giapponese; Han Takehara, geisha che è stata per molti anni la più grande danzatrice del Giappone; il danzatore Kazuo Ōno, grande dame del Butō, presente con una memorabile interpretazione . L’atto successivo, “Twilight Geisha”, è una variazione spensierata – film nel film – sul tema della geisha. Nella quarta e ultima sezione, ritroviamo Bandō interpretare il quadro finale di “Sagimusume” – storia di reincarnazione e di trasformazione di una ragazza in una nevosa notte d’inverno – considerata a ragione un’esibizione leggendaria.