immagine tratta dal film Kanpai di Lorenzo Fodarella

introduce Gabriele de Risi, con Daniela de Gruttola

Al buon cibo, all’uomo, alla natura

 

Il talk sul documentario ‘BIO’ (KANPAI!) di Lorenzo Fodarella, presentato all’Auditorium del MANN di Napoli il 18 ottobre 2020, nella sezione speciale ‘Terre d’incontro’ che ha ospitato anche il saluto del presidente del Napoli Festival di Kagoshima, e che lancia un ponte verso la prossima edizione del 2021. Oltre al regista, è presente anche Daniela de Gruttola di Cantina Giardino, che ha prodotto il film. Modera Gabriele de Risi di giapponetvb.

PRESENTAZIONE (dalla cartella stampa)

KANPAI! è l’espressione che i giapponesi usano nel momento del brindisi, il nostro
“Cin!”.
Con questa espressione abbiamo voluto intitolare la storia dell’ultimo viaggio in
Giappone di Antonio e Daniela Di Gruttola, marito e moglie nella vita privata, nonché
vignaioli di professione, originari di un piccolo paese del sud Italia.
La coppia, protagonista di questo racconto, si dedica con successo da quasi un
ventennio alla produzione di vini comunemente denominati “naturali” e da sempre
hanno posto particolare attenzione alle tematiche che legano l’uomo alla natura e
alle modalità con cui l’uno si interfaccia con l’altro.
Nel corso di questo viaggio in Giappone, Antonio e Daniela avranno modo di visitare
ben nove città, guidati dal loro amico ed importatore Hisato Ota, che ha selezionato
per loro alcuni degli artigiani, allevatori e produttori tra i più rappresentativi della
cosiddetta corrente “naturale”.
La “naturalità” delle produzioni agro-alimentari è il leit motiv di questo intenso viaggio
in cui i due protagonisti avranno modo di ripercorrere le tappe della loro storia
umana ed imprenditoriale ed al contempo di confrontarsi con i loro omologhi in terra
d’oriente.
La prima tappa del viaggio è infatti l’azienda agricola gestita dagli eredi del maestro
Masanobu Fukuoka, biologo e filosofo giapponese, che già negli anni cinquanta
teorizza e mette in pratica la rivoluzionaria teoria dell’ “agricoltura del non fare”.
Il confronto ravvicinato con le esperienze dei singoli produttori conosciuti nel corso
del viaggio sarà per Antonio e Daniela una fonte di grande ispirazione la conferma
della loro originaria intuizione con cui quasi vent’anni fa, insieme ad un gruppo di
amici, diedero vita alla loro cantina e realizzarono il loro sogno.

(le note di produzione continuano dopo il video)

Note di regia

 

L’uscita del film Kanpai! Ha coinciso con un evento drammatico come la pandemia
da COVID 19 che ha fatto migliaia di vittime in tutto il mondo ed ha costretto gran
parte della popolazione mondiale ad un confinamento forzato nelle proprie
abitazioni, ponendo di fatto un freno alla macchina economica globale come non si
era mai visto dalla fine della seconda guerra mondiale.
Questo evento, accanto alla sua indiscussa drammaticità, ha avuto la capacità di
riaccendere importanti discussioni sull’attuale modello economico e produttivo, sulla
sua sostenibilità e sull’impatto violento che continua ad avere sull’ambiente.
È tornata al centro del dibattito pubblico la necessità di rivedere le nostre abitudini, il
nostro modo di produrre, di consumare e quindi il nostro stile di vita attuale.
Da più parti si avverte la necessità di ritornare ad una dimensione economica e
produttiva in equilibrio con la natura, con il nostro ecosistema, di cui ora si avverte
più che mai la sua debolezza.
Tutte queste considerazioni sembrano trovare in Kanpai! una naturale
rappresentazione grazie al racconto di piccole ma emblematiche esperienze
artigianali e produttive che non hanno avuto la necessità di sperimentare eventi così
drammatici per poter scegliere un modo diverso di intendere la vita, dell’essere
umano e del suo ruolo all’interno del proprio ecosistema.
Per questo motivo il film risulta di estrema attualità proprio per le tematiche trattate e
per gli spunti di riflessione che propone allo spettatore in un momento storico così
delicato.
L’uomo, il cibo, la natura sono tre pilastri su cui si fonda la nostra società ed il
rispetto del loro delicato equilibrio è alla base della nostra sopravvivenza come
genere umano.