di Elvira Rocco

La Corea del Nord intensifica le tensioni con lanci di missili, minacciando il Giappone e sfidando le risoluzioni internazionali. Tokyo, in risposta, rafforza le difese in collaborazione con gli alleati, Stati Uniti e Corea del Sud, mentre l’avvio della corsa per le presidenziali Usa del 2024 crea incertezze sulla già delicata situazione geopolitica.

I test missilistici, oltre a violare – secondo i paesi che si oppongono a Pyongyang – le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, hanno suscitato la condanna della comunità internazionale. Il Giappone, in particolare, si sente minacciato dalla crescente capacità nucleare e missilistica del regime di Kim Jong-un, che ha dichiarato di poter colpire il territorio giapponese e le basi statunitensi nella regione. Il governo nipponico ha risposto rafforzando le sue difese antimissilistiche e coordinando la sua risposta con Washington e Seoul. Nel mese di gennaio, il Giappone – a quanto ha comunicato il ministero della Difesa di Tokyo – ha acquistato 400 missili Tomahawk dagli Stati Uniti, in un’operazione considerata controversa dai sostenitori del carattere pacifista della Costituzione nipponica.

La Corea del Nord e la Corea del Sud, tecnicamente ancora in guerra dal 1953, hanno visto nell’ultimo decennio alternarsi momenti di dialogo e di tensione, senza raggiungere una soluzione strutturale al conflitto. Pyongyang ha tagliato le comunicazioni con Seoul nel giugno 2020 e ha sospeso un accordo militare del 2018 volto a ridurre le ostilità lungo il confine. Nel gennaio 2024, Kim – secondo quanto ha annunciato l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA, ripresa dal Guardian – ha di fatto chiuso tre agenzie governative che avevano lo scopo di promuovere la riunificazione con il Sud, con la motivazione che una “riunificazione con la Repubblica di Corea (nome ufficiale della Corea del Sud, ndr.) è impossibile”.

Il 5 novembre 2024 si terranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e il risultato del voto potrebbe avere importanti ripercussioni sui rapporti tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord e, quindi, tra la Corea del Nord e il Giappone. Si tratta di relazioni cruciali per la sicurezza e la stabilità dell’Asia orientale.

Sotto l’amministrazione Biden, gli Stati Uniti hanno inasprito ulteriormente le relazioni con la Corea del Nord, dopo il fallimento dei summit tra il precedente presidente Donald Trump e il leader nordcoreano. Il presidente Usa ha impostato una politica di “deterrenza calibrata” e di “diplomazia pragmatica”, come l’ha definita la stessa Casa Bianca, basata su una graduale riduzione delle sanzioni in cambio di passi “concreti, verificabili e irreversibili” verso la denuclearizzazione da parte di Pyongyang. Tuttavia, la Corea del Nord ha respinto le profferte di Biden, accusandolo di mantenere una politica ostile e di esercitare pressioni militari e diplomatiche.

Nel 2023 – secondo il Center for Arms Control and non-Proliferation – Pyongyang ha ammesso di aver testato almeno 36 missili balistici, ma il numero potrebbe essere superiore.

Il Giappone, alleato storico di Washington, ha sostenuto la politica di Biden, esprimendo preoccupazione per le minacce missilistiche, e ha continuato a spingere su una questione importante dal punto di vista di Tokyo: l’irrisolta vicenda dei rapimenti di cittadini giapponesi da parte di spie nordcoreane negli anni ’70 e ’80. Il primo ministro giapponese Fumio Kishida, arrivato alla guida del governo nel 2021, ha recentemente proposto un incontro con Kim per discutere di questi temi, ma il leader nordcoreano non ha dato alcuna risposta.

La questione dei rapiti è molto sensibile e gravida di simbolismi per il Giappone, che ha identificato 17 vittime e ne sospetta molte altre. La Corea del Nord ha ammesso di aver prelevato 13 giapponesi e ne ha consentito il rientro in patria di cinque nel 2002, ma ha affermato che gli altri otto sono morti o non sono mai entrati nel paese. Il Giappone non ha accettato questa spiegazione e ha chiesto il ritorno di tutti i rapiti e la verità sul loro destino.

Un aspetto interessante e spesso trascurato delle relazioni tra il Giappone e la Corea del Nord è inoltre la presenza in Giappone di una numerosa comunità di origine coreana, nota come “Zainichi”. Si tratta, secondo gli studiosi, di circa 800.000 persone, di cui circa la metà ha la cittadinanza nordcoreana e l’altra metà ha la cittadinanza sudcoreana o giapponese. Sono arrivati in Giappone durante il periodo coloniale, quando la Corea era annessa al Giappone, e sono rimasti dopo la fine della seconda guerra mondiale. Lamentano discriminazioni e marginalizzazione nella società, pur avendo contribuito allo sviluppo della cultura e dell’economia del Giappone post-bellico.

Gli Zainichi sono organizzati in associazioni, che riflettono le loro diverse posizioni politiche e identitarie. Le due principali sono la Chongryon, legata alla Corea del Nord e gestisce scuole etniche e attività commerciali, e la Mindan, che sostiene la Corea del Sud e promuove l’integrazione nella società giapponese.

La situazione tra Tokyo e Pyongyang è pertanto piuttosto tesa. Il governo Kishida ha rafforzato la cooperazione trilaterale con gli Stati Uniti e la Corea del Sud, firmando a novembre 2023 un accordo per un sistema di preavviso di eventuali attacchi missilistici da parte di Pyongyang.

Resta inoltre molta incertezza alla luce dei cambiamenti politici che potrebbero determinarsi negli Stati uniti. Se Trump dovesse tornare alla Casa Bianca, come è nello stile del personaggio, c’è da attendersi una grande volatilità della posizione americana nei confronti sia di Pyongyang, sia degli alleati regionali.  Trump, al momento in piena campagna elettorale, ha criticato la politica di Biden, definendola debole e ingenua, e ha promesso di aumentare le sanzioni e le misure militari contro la Corea del Nord, fino a ottenere la sua completa denuclearizzazione. Lo stesso Trump, però, nel suo precedente mandato, ha incontrato Kim in due storici summit, aprendo a una possibile normalizzazione dei rapporti.

Per quanto riguarda le relazioni nippo-americane, Trump ha promesso di rafforzare l’alleanza e di fornire una copertura nucleare in caso di attacco da parte della Corea del Nord.