casa crollata a seguito del terremoto nella penisola di Noto

di Christian Tozzi

Il primo gennaio un devastante terremoto ha colpito il Giappone centrale, in particolare la penisola di Noto, causando almeno 222 vittime. Al momento in cui scriviamo le squadre cercano ancora 22 persone di cui non si ha notizia e ci si preoccupa per le condizioni estremamente difficili nei centri di evacuazione. In allerta anche la prefettura di Niigata per eventuali repliche di tsunami, secondo quanto riferisce il servizio pubblico radiotelevisivo giapponese NHK.

A quanto riportato dall’Agenzia metereologica giapponese, il terremoto di magnitudo 7.6 ha colpito il Giappone, con epicentro al nord-ovest della città di Suzu, il 1° gennaio alle 16:10 (ore 8:10) vicino alla costa settentrionale della penisola di Noto. Continua a essere fonte di preoccupazione per la popolazione giapponese la possibilità che si verifichino repliche e nuove onde di tsunami. Sono inoltre allarmanti le condizioni dei centri di evacuazione, dove potrebbero presentarsi anche rischi per la salute. Secondo la NHK, sarebbero 13 gli evacuati morti improvvisamente o a causa di malattie croniche dopo aver soggiornato in un rifugio temporaneo.

“Per evitare ulteriori morti legati alla catastrofe, le autorità stanno cercando di trasferire i sopravvissuti in alloggi migliori, sia all’interno che all’esterno della prefettura (provincia, N.d.R.)”, riporta la NHK, aggiungendo inoltre che il ministero della Salute del Giappone ha annunciato l’invio di soccorritori da altre parti del paese a Ishikawa, fornendo rinforzi per le strutture di assistenza che, a causa della catastrofe, sono rimaste con un numero di addetti inferiore a quello necessario per svolgere efficacemente le attività.

Kenji Satake, esperto in sismologia e direttore dell’istituto di ricerca sui terremoti dell’Università di Tokyo, ha avvertito che la prefettura di Niigata potrebbe essere a breve ancora colpita da tsunami in caso di forti scosse lungo le faglie a nord-est della penisola di Noto. L’esperto ha anche esortato i residenti della penisola di Noto a essere preparati perché è previsto che l’attività sismica continuerà.
Gli esperti del Comitato di ricerca sui terremoti, istituzione legata al governo nipponico, sostengono, dal canto loro, che gli epicentri delle diverse repliche, che si sono susseguite dopo la scossa più devastante, sono diffusi su un’area di 150 chilometri da ovest a nord-est della penisola. Concordano, inoltre, sul fatto che è altamente probabile che le faglie precedentemente conosciute in quella zona siano coinvolte nell’attività sismica.

Le centrali nucleari del Giappone lungo la costa del Mar del Giappone sono fortunatamente sfuggite a danni gravi. Secondo il Japan Times la centrale nucleare Shika di Hokuriku ha visto il suo sistema elettrico parzialmente disabilitato a seguito del terremoto, ma non sono stati segnalati problemi gravi.