di Sabrina Cristofaro

In Giappone, il Partito Liberal Democratico è attualmente coinvolto in uno scandalo di finanziamenti illeciti esploso a metà dicembre 2023, riguardante un’indagine della procura giapponese concentratasi sulla corrente Seiwakai, detta anche “corrente Abe”, la più ampia e influente, ed allargatasi poi a cinque delle sei correnti del PLD. L’accusa riguarda la mancata dichiarazione dei fondi acquisiti, dal totale di 600 milioni di yen (3,7 milioni di euro), necessaria per evitare che questi vengano poi utilizzati per espandere l’influenza della fazione politica coinvolta attraverso tangenti.

“Ci scusiamo sinceramente per aver indebolito la fiducia nella politica. Forniremo la massima cooperazione alle indagini e risponderemo con sincerità”, ha dichiarato per il quotidiano The Asahi Shinbun la fazione precedentemente guidata da Abe.

Questa situazione ha causato un’ulteriore caduta del tasso di approvazione del primo ministro Fumio Kishida, a capo della Kōchikai, una delle correnti coinvolte. Egli ha annunciato infatti la decisione di sciogliere la sua fazione, spingendone altre due a seguire l’esempio tra il 18 ed il 19 gennaio 2024. Misure di riforma preliminari includono anche la maggiore trasparenza dei fondi politici, controlli contabili esterni e sanzioni più severe per i trasgressori. In un sondaggio d’opinione pubblicato il 15 febbraio dall’agenzia di stampa Jiji, il sostegno al governo è sceso al 16,9%, un dato ben al di sotto del livello di allarme per Kishida.

Ciò pone numerose incognite sull’azione dell’esecutivo nel suo complesso, anche per quel che riguarda la politica estera: un governo minato da scandali politici e con un bassissimo tasso di approvazione difficilmente riuscirà ad avere un’azione efficace.

Uno degli aspetti più cruciali riguarda il superamento dell’articolo 9 della Costituzione – che era uno degli obiettivi principali dell’azione di governo del predecessore di Kishida, il defunto primo ministro Shinzo Abe – per consentire una più ampia operatività delle Forze di autodifesa nipponiche. Il raggiungimento di questo obiettivo richiede però un passaggio referendario, difficile da ottenere alla luce dei segnali di sfiducia nei confronti del governo e una tradizionale poca propensione dei cittadini nipponici a metter mano alla costituzione pacifista adottata nel dopoguerra, sotto dettatura statunitense.

“Il partito deve lavorare per ripristinare la fiducia della gente con un forte senso di urgenza. Raddoppierò i miei sforzi come leader del PLD per ripristinare la fiducia”, ha detto Kishida in una conferenza dell’8 dicembre 2023 per l’agenzia di stampa Kyodo.

Molti elettori giapponesi sono stanchi del PLD ma incapaci nel trovare un’alternativa, dato che i partiti di opposizione rimangono inefficaci e divisi al loro interno, generando ulteriore sfiducia nei confronti delle istituzioni.