Il nuovo presidente di Taiwan, Lai Ching-te

di Christian Tozzi

Il Giappone troverà un alleato nel nuovo presidente di Taiwan, Lai Ching-te, eletto il 13 gennaio, il quale spera di costruire legami ancora più solidi con Tokyo, entrambi guardando con cautela alle ambizioni della Cina sull’isola autonoma.

Lai ha descritto la sua elezione come una vittoria per la comunità delle democrazie e ha espresso la sua volontà di approfondire la cooperazione con il Giappone, incontrando l’ambasciatore de facto di Tokyo e un parlamentare giapponese appena un giorno dopo le elezioni a Taipei. È quindi probabile che la relazione tra Taipei e Tokyo crescerà sotto la sua guida, dato che Lai ha affermato che le esercitazioni militari cinesi nel Mar Cinese Orientale, nello Stretto di Taiwan e altrove, hanno dimostrato che sia il Giappone che l’isola si trovano di fronte alla comune minaccia della Cina.

“Se Taiwan venisse invasa dalla Cina e lo Stretto di Taiwan diventasse un suo mare interno, ciò costituirebbe inevitabilmente anche una minaccia per il Giappone”, ha riferito Lai in un’intervista al quotidiano Yomiuri Shimbun lo scorso ottobre, lasciando intendere un auspicio che il Giappone approfondisca ulteriormente la cooperazione nella sicurezza con Taiwan.
Tokyo considera qualsiasi conflitto relativo a Taiwan come una minaccia esistenziale. Il governo nipponico ha aumentato la spesa per la difesa e ha inviato militari delle Forze di autodifesa e armi alle sue isole del sud-ovest vicine a Taiwan e ha rafforzato l’alleanza militare con gli Stati Uniti.

Il Giappone ha ripetutamente sottolineato l’importanza della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan e ha sollecitato una risoluzione pacifica delle questioni tra Taipei e Pechino, una posizione ribadita recentemente dal capo del Gabinetto e portavoce del governo, Yoshimasa Hayashi. “Taiwan è un partner estremamente importante per il Giappone, con cui condividiamo valori fondamentali e stretti legami economici e personali. Da amico di Taiwan, il governo del Giappone intende approfondire ulteriormente la cooperazione e gli scambi”, ha dichiarato Hayashi in una conferenza stampa.

Secondo quanto riportato dalla testata nipponica in lingua inglese The Japan Times, le dichiarazioni di Hayashi vengono dopo le congratulazioni rivolte dal ministro degli Esteri Yoko Kamikawa a Lai per la sua vittoria, una mossa che ha portato l’ambasciata cinese a Tokyo a esprimere “forte insoddisfazione e ferma opposizione” al messaggio, sostenendo che questo “interferisce seriamente negli affari interni della Cina e viola il principio dell’Unica Cina”.

L’ex ministro giapponese della Difesa, Itsunori Onodera, ha dichiarato in un programma della rete televisiva giapponese Fuji TV che, ora che il Partito progressista democratico è di nuovo al potere, è molto probabile che la Cina intraprenda varie azioni militari in futuro, a partire dalle esercitazioni. Ha inoltre affermato che, in caso di azioni del genere, il Giappone teme che gli Stati uniti, impegnati in Medio Oriente e in Ucraina, potrebbero mantenersi lontani degli sviluppi in Asia. Per giunta, permane l’incertezza rispetto alla fase politica in corso negli USA: in caso di vittoria alle presidenziali in autunno di Donald Trump, potrebbe tornare un approccio isolazionista in politica estera, e questo metterebbe in difficoltà sia Taipei sia Tokyo.

Il Giappone, come gli Stati uniti, non ha relazioni diplomatiche formali con Taiwan e continua a sostenere il principio dell’”Unica Cina” con Pechino, ma considerando la questione dello status di Taiwan come non risolto. Nell’assenza di relazioni formali, Tokyo e Taipei hanno sviluppato legami informali robusti, a partire da quelli economici, cercando allo stesso tempo di istituzionalizzare i colloqui tra i rispettivi partiti al potere.

Gli osservatori si aspettano che Lai Ching-te segua le politiche estere delineate da Tsai Ing-wen, ex presidentessa di Taiwan, incentrate sul coltivare forti legami con le democrazie liberali, le quali hanno condannato i tentativi della Cina di isolare diplomaticamente l’isola. I funzionari taiwanesi di alto livello hanno elogiato gli sforzi del Giappone in questo senso: il ministro degli Esteri Joseph Wu ha dichiarato l’anno scorso che l’esempio di Tokyo fa da esempio per molti altri paesi politicamente vicini a Taiwan.